Non una bella storia.
Da piccolo mi chiedevo come sarebbe stato vivere in quattro mura, senza poter mai uscire.In certi quartieri del Mondo la domanda, per quanto strana, nasce spontanea.
Un mese fa camminando per vicoli conobbi un giovane uomo sulla ventina A. .Una pantera tatuata sulla mano sinistra catturo la mia attenzione. Era appoggiato, braccia penzolanti sull’uscio di un basso, una stanza stretta e con poca aria, dove attaccato al fornello della cucina c’era il letto in cui dormiva.Il caldo era asfissiante neanche un filo di vento e l’unico rumore che sentivo era il gocciolare del tubo di plastica di chissà quale condizionatore appeso dall’altro lato della strada.Napoli era bollente e semideserta, A. scontava in quel posto un debito con lo stato, non una bella storia. Visibilmente stanco, nonostante fosse seduto da un po’, magro e debilitato, sopravviveva in dieci metri quadri con un’anziana signora (sua Nonna credo) impaurita ,diffidentemente, si, ma comunque sorridente.
La storia è breve e tutta in dieci metri: chi sbaglia paga e chi povero sbaglia paga e ripaga. 40 gradi in 10 metri possono essere una pena troppo dura per chiunque, poco umana perfino per chi poco umano è.
Io e A. siamo diventati amici, non è stato difficile parliamo probabilmente una lingua simile.Volli fotografare la pantera sulla mano sinistra,ne fu felice.Parlammo un po’ e mangiammo biscotti, era stanco.
Consapevole ma stanco.
Ieri sono ripassato a trovarlo ma A. non c’era,ho chiesto in giro e l’anziana signora, facendo segno con la mano destra, mi disse che era stato riportato in una casa circondariale dove hanno come obbiettivo quello di riabilitare alla vita ragazzi “complicati”. Poggioreale.
Se solo fosse vero.
- nella sua giovane vita ha commesso degli errori ma la colpa non è certo solo sua.Nessun uomo nasce cattivo o nel posto sbagliato, se mai gli adulti dovrebbero fornire gli strumenti adatti ad affrontare la vita ai più giovani, nel bene e nel male.Ma non a tutti è concessa questa possibilità.
Certe vite potrebbero essere meravigliose,basterebbe parlarne.
Io e A. parleremo ancora.
Giuseppe Divaio