Napoli 27.02.218
Parto dal margine. Come sempre.
In giro calma e silenzio. I fiocchi copiosi si appoggiano e delicatamente dipingono tetti ,auto e strade. I centimetri crescono e il bianco ci invade.A quest’ora di solito la gente accelera, rumoreggia, si appicica per non fare tardi a lavorare. Ma questa mattina la neve, una volta tanto, in silenzio, tutto ha saputo rallentare.
Racconto Piscinola; margine Nord della città, racconto un evento unico e straordinario, di una piazza millenaria dove qualcuno dice che, se tutto va bene, tra una cinquanta di anni “se Dio vuole” torna a nevicare.
Giuseppe Di Vaio
Grazie ad Aeroporto Internazionale di Napoli al direttore Alessandro Fidato ed in particolare a Giovanna Caiazzo per aver voluto la “mia” città in esposizione in un luogo così prestigioso, un piacere ed un onore.
Per tutto il mese di Luglio se partite da #Napoli trovate 25 mie fotografie con 5 inediti appena prima dell’imbarco.
Un piccolo aiuto a non dimenticare da dove veniamo.
Photo by Ugo De Matteo
Entra in una città senza tempo.
Libro fotografico su Napoli. L’occhio di vetro del giovane Giuseppe Di Vaio, ci racconta una Napoli che nei suoi tratti ancestrali sembra non mutare mai. Una tribù non colpita dalla globalizzazione. Un volume accompagnato da brevi racconti, dove le foto sono finestre su una città raccontata non solo attraverso le sue immagini “cartolina”. Una viaggio dalla periferia al centro storico, dal mare al cemento. Senza paura, senza giudizio.
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Siamo alla seconda puntata di #insolitaitaliatour
Questa volta, dopo il successo del primo Tour in città dedicato alla cultura popolare e all’arte di strada,cambiamo tema.Abbiamo puntanto tutte le nostre attenzioni sulla Napoli leggendaria, quella dei Castelli con le stanze segrete, quella delle trame d’alto borgo, e dei suoi figli illustri. Ma anche quella delle leggende popolari, con le catastrofi compiute e minacciate, dei coccodrilli e delle Uova dai poteri magici.Il risultato anche questa volta è stato per i nostri ospiti una meravigliosa scoperta:
Abbiamo visitato i castelli più importanti, da Sant’Elmo sulla collina Vomerse, al centro del Maschio Angioino, passando per gli scogli di Castel dell’Ovo.Siamo stati ospiti dell’Osservatorio Astronimico, dove ci hanno parlato di Giordano Bruno e mostrato tutte le stelle che avevano.Ci hanno accolti a Capodimonte in uno tra i musei più belli al mondo dove, tra le straordinarie opere, ci hanno prenstato Caravaggio.Abbiamo seguito poi le orme dello stesso mitologico artista, alla scoperta dei suoi posti,a sedile di porto abbiamo mangiato alla stessa sua tavola,qualla che lo ha quasi visto morire.Siamo saliti a Posillipo per la Leggenda di Donn’Anna.Abbiamo toccato con mano, nel cuore del Rione Sanità, la devozione di questo popolo per le anime delle Capuzzelle ed il suo Santo Patrono.
E stato un tuor ricco, affascinante, per certi versi sorprendente.Una fullimertion nella storia di una delle Capitlai più vecchie del Mondo antico, che nonostante tutto riesce sempre nell’impresa di stupire chiunque le posi gli occhi addosso.
Giuseppe Di Vaio
Esistono sempre due storie:la storia di chi vince,e quella di chi perde.
Gli Inglesi una bella passeggiata la chiamano tour. Questi eleganti signori Nord Europei hanno la capacità di racchiudere spesso molte cose in un unica parola,rendendoci talvolta la vita un po’ più semplice.Che poi è un fatto che la nostra attuale società sta assorbendo sempre più velocemente molte di queste parole,dai Drink agli Shorts passando dal più classico dei Wow!?! Una contaminazione Shakespeareana che colpisce ormai gran parte della sfera su cui viviamo.
In realtà, con mio grande sollievo, a casa mia si parla ancora ampiamente il napoletano,con tutta la grazia e la brutalità che questa lingua ha saputo nei secoli trasmettere e regalare,nonostante il boicottamento generale. E a proposito di Tour in questi giorni ho avuto il piacere di guidarne uno nella mia città, ” ‘nu ‘gir ” se così si può ancora dire.
Un gruppo di curiosi “furastieri” messi insieme dal mio amico Andrea di #insolitaitalia ,viaggiatore Aretino che ho conosciuto in Toscana a Natale dello scorso anno.
Con estremo piacere ho provato ad introdurre cinque personalità molto diverse tra loro (per carattere e luogo di appartenenza) nei meandri di un posto dalla storia millenaria, fondato su solide fondamenta Greche e ricoperto da vari strati multietnici e multiculturali, configuratosi in non meno di una quindicina di secoli.
Dagli Egizi, ai Turchi, dai Francesi agli Spagnoli, con gli Inglesi e finanche gli Americani.Tutti insieme appassionatamente, da un certo punto delle loro storie, Napoletani.
Ci ho tenuto a far sapere ai miei insoliti ospiti che oggi ( per ragioni che qui non posso affrontare ) non si conosce gran parte della storia di questa città,e che il Mondo si è forse fermato ad una valutazione veloce e fin troppo superficiale.
Nella piazza dei grandi eventi, ad esempio, facevo notare che quel luogo si era in principio chiamato Largo di Palazzo fino al momento in cui un prepotente ed autocelebrativo conquistatore (uno dei tanti), con le strade ancora sporche di sangue, entrava trionfante in città e, da non invitato senza nulla chiedere, decideva di chiamarla come secondo lui fosse giusto; Piazza del Plebiscito! E si perché come dicevo a Daniele, viaggiatore Romano attento e discreto, ho capito sulla mia pelle che esistono sempre due storie: la storia di chi vince e quella di chi perde.Napoli è una storia a parte,la storia di chi sa ascoltare.
Quella di Salvatore, che ai quartieri Spagnoli con i suoi pennelli sta colorando le strade per cambiare, quella della zia Esterina che so sessantanni che a Forcella vende la frutta anche se oggi ha smesso di strillare, quella di Ciro che a vent’anni da Via Arena porta la piazza dall’altra parte del mare.La storia dei giovani del Rione Sanità che con i fatti rianimano la città, la storia di Vincenzo che a Scampia sono anni che per i suoi bambini strappa ore alla strada.La storia di James che oltre i stettantanni questa città proprio non sa smettere di volerla cantare.Napoli è la storia mia,di chi cercava un letto per sognare.La storia di Marco,di Antonio,di Laetitia,di Daniele,di Andrea e di Tiziana, di chi sa spesso poco o nulla prima di arrivare e che, come sempre, dopo aver ascoltato le sue vene pulsare non vede l’ora di tornare.
Giuseppe Di Vaio